La relazione con i coetanei: l’importanza del gioco psicomotorio e i suoi cambiamenti in età evolutiva

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Le relazioni con i coetanei esercitano un impatto profondo e formativo nello sviluppo di ogni bambino, specialmente attraverso il gioco. In età prescolare, un periodo delicato e cruciale, i comportamenti dei bambini si trasformano e si affinano in modi sorprendenti.

Durante i momenti di gioco libero, il ruolo che ciascun bambino occupa all’interno di un gruppo si rivela essenziale, influenzando il loro concetto di sé e il modo in cui si percepiscono nel mondo (in età scolare). È fondamentale comprendere che le relazioni con i coetanei si intrecciano in un vasto contesto sociale di interazioni che abbracciano la famiglia, la scuola e altri gruppi organizzati.

Nei primi anni di vita, il rapporto con i coetanei può sembrare superficiale; eppure, il gioco sociale e di finzione comincia a fiorire, diventando un faro di connessione e apprendimento dal secondo o terzo anno in poi. Ho avuto la fortuna di osservare alcuni momenti di gioco di finzione, dove l’innocenza e la creatività dei bambini si manifestano in modi straordinari.

M. e M. si divertono vicino a una scala della scuola, imitandosi e scambiandosi istruzioni, ignari dei bisogni reciproci. La loro interazione, pur non essendo perfettamente coordinata, emana una gioia pura e genuina. In contrasto, il gioco di J. e C., che hanno un anno in più, rivela una coordinazione più sofisticata e un’interazione più profonda. Qui, C. cerca attivamente di risolvere un conflitto attraverso un compromesso, dimostrando una maturità emozionale che arricchisce il loro legame.

Fra i 6 e gli 8 anni, i bambini iniziano a formare gruppi informali, le cosiddette “bande”, in cui l’appartenenza si basa spesso sulla convenienza e sull’affinità. Ma tra i 10 e i 14 anni, questi gruppi si strutturano, dando vita a associazioni come squadre sportive e scout, dove l’amicizia si consolida attraverso esperienze condivise e obiettivi comuni. In questo frangente, il tempo trascorso con i coetanei inizia a superare quello con gli adulti, compresi i genitori, segnando l’ingresso in un nuovo capitolo della vita sociale.

L’accettazione e il rifiuto

Un interrogativo che spesso tormenta i genitori è se il proprio figlio sarà accettato o rifiutato dagli altri e quali emozioni lo accompagneranno in questi momenti. Le ricerche su questo tema si fondano su osservazioni, soprattutto nella scuola dell’infanzia, e ogni interazione diventa un’occasione per esplorare il mondo sociale.

Durante le mie conversazioni con i bambini della scuola primaria, ho chiesto loro di condividere le loro reazioni positive e negative verso i compagni, ponendo domande come: “Chi è il tuo migliore amico nella classe?”, “Con chi vorresti fare un picnic?” e “Quali sono i compagni più amati dagli altri?”.

È stato emozionante notare che l’accettazione tra coetanei si intreccia con tratti caratteriali della personalità, come l’introversione e l’estroversione. Spesso, bambini con un’autostima eccessivamente alta possono risultare arroganti e, di conseguenza, si vedono allontanati. La delicatezza delle loro interazioni riflette l’importanza di comprendere le sfumature dei comportamenti umani, dove ogni reazione ha un significato profondo.

L’amicizia

In questo contesto, l’amicizia emerge come un valore fondamentale. Per i bambini, soprattutto in età scolare, comprendere e dare valore al tema dell’amicizia è cruciale. Ho spesso utilizzato il testo “Il piccolo principe” come strumento educativo, dove l’amicizia si trasforma in un’esperienza di vita. L’incontro tra il piccolo principe e la volpe non è solo un momento narrativo; è un vero e proprio insegnamento sul valore dell’amicizia, su come essa possa nascere e sui sentimenti che emergono quando due amici si separano.

Attraverso il racconto, i bambini imparano che l’amicizia richiede cura, attenzione e una comunicazione sincera. Questi momenti di connessione non sono solo interazioni casuali; sono esperienze formative che plasmano la loro identità e il loro modo di relazionarsi con gli altri. In questo viaggio attraverso le relazioni con i coetanei, il gioco diventa un linguaggio universale, un mezzo attraverso il quale i bambini esplorano se stessi e il mondo che li circonda, costruendo legami significativi che li accompagneranno nel corso della vita.


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